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domenica 31 marzo 2024

L’avventura di Rata e Maui di Galileo Ferraresi & Marco Pugacioff

 

L’avventura di Rata e Maui

di Galileo Ferraresi & Marco Pugacioff

 

   Come scritto, inserimento (che pomposamente chiamo articolo) 501, voglio inserire la storia a fumetti di Rata e Maui. Non ricordo più quando la disegnai, né mi importa. Tutti dati e le analisi di Leo, le ha già pubblicate nei suoi libri di navigazione, perciò la storiellina a fumetti la posso mettere nel mio sito.

   Senza volerlo, diedi come volto ad Eratostene quello del professor Giovanni Carnevale, la cui più che fondata ipotesi storica sta per essere definitivamente seppellita dai locali dotti ignoranti, e in effetti sia lui che Eratostene hanno avuto una pessima fine…

    Per Rata e Maui, se davvero penserete che sia anch’essa una storiellina buona per “menti deboli” come la mia, vi dò alcuni dati presi dagli scritti di Leo:

 

   - Maui è una Divinità Maori cui si deve un ruolo nell’origine del fuoco  

   - Maui Tiki Tiki è una divinità melanesiana

   - Maui è il Dio che insegnò a piantar alberi da frutto e a coltivare la terra

   - Il Dio Mauri è comune alla Polinesia, dalla Melanesia e alla Micronesia

 

E come se non bastasse

 

   - Una delle isole Hawaii è tutt’ora dedicata a Maui

   - Ancora nel 2012, secondo le direttive del Ministère del’Education uno degli argomenti delle prove d’esame d’insegnante a Tahiti e in Polinesia Francese è il Ciclo di Rata e Maui.

    

     Buona lettura

 



Copertina di Gaspar Gonzales di Buenos Aries.

 


Migliaia di anni fa la Terra era una sfera, poi… improvvisamente divenne PIATTA !


Nel IV secolo prima della cosiddetta Era Volgare, Pitia calcola la latitudine di Marsiglia.


Altri studiosi sapevano che la Terra era una sfera: Pitagora, Aristotele,

Archimede e l’astronomo Eratostene.



Nel 235 ante E. V. Eratostene calcola la circonferenza della Terra con un errore del 1 %.

Ottant’anni dopo, il nuovo direttore della biblioteca di Alessandria Ipparco di Nicea, insegna che… la Terra è piatta.

Perché la Terra divenne piatta?



20 dicembre dell’anno 2000, partita da Venezia, la Fragola, si trova a Mar del Plata, in Argentina…

Al caffè Makao (dedicato al navigatore Vito Dumas) si festeggia l’equipaggio italiano…

…della Fragola di ritorno dall’Antartide…


 

Nel caffè, il navigatore e ricercatore Galileo Ferraresi incontra dei pensatori argentini che gli mostrano una riproduzione di una delle più antiche statue dette Mohai, di Rapa Nui o isola di Pasqua, sulla cui pancia vi è uno strano disegno.

La riproduzione era stata portata dal “Professore”, che aveva vissuto a lungo sull’isola.

Il disegno rappresenta una nave a vela a tre alberi, ma con una tartaruga legata a essa.




 

Leo, con vicino la sua compagna Marina, non riesce ancora a capire. Quattro alberi, due vele quadre…

…senza bompresso…

…non è una nave del 1600 oppure del 1700…

…e vuole pensarci sopra…

…e due notti dopo…



… a bordo della Fragola, arriva a comprendere…

…e il giorno dopo dà la sua intuizione storica a Oscar…

Una nave così enorme, non può che avere che un enorme equipaggio, perciò la tartaruga non può essere usata come loro colazione!

La nave ha le vele spiegate, sta navigando; le tartarughe tornano sempre a deporre le uova dove sono nate, quindi la tartaruga serve per indicare la rotta per tornare dove è nata.

A Rapa Nui, i venti sono generalmente da est, quindi la nave proveniva da est e tornava verso casa che era ad ovest.

Dal quel che Leo sa, prima del 1700 solo gli egizi avevano costruito una nave così!

Tolomeo primo, (al contrario di ciò che si pensa che gli egizi non navigavano) aveva fatto costruire una nave con 6000 rematori! L’equipaggio di una portaerei nucleare…



Nel pomeriggio del 26 dicembre, Oscar e il professore sono davanti a Leo e Marina; il professore appoggia le conclusioni di Leo: infatti nell’isola vi è un mohai mai terminato chiamato “Il faraone”!

Non per niente tutti i mohai hanno una particolarità: le orecchie con il lobo staccato, tipico delle antiche popolazioni egiziane ed anche sumere. Ed erano i “Lunghi Orecchi” che comandavano nell’isola!

Quando a pasqua del 1727, Jacob Roggeven sbarcò sull’isola, la popolazione lo informò che tanti anni prima si era fermata un’altra nave, molto grande, che sbarcò molte persone e poi ripartì verso ovest.


 

Gli sbarcati presero il potere e costrinsero i nativi ad erigere i mohai, scolpiti ad immagine dei nuovi capi e i lineamenti delle statue sono semitici!

Cinque anni prima di Roggerveen, gli indigeni si ribellarono ai Lunghi Orecchi e li asediarono in una punta dell’isola, protetta da un fossato.

Una notte una donna Corti Orecchi che era nel campo assediato perché un Lunghi Orecchi era innamorato di lei…

…calò una fune da una scarpata sul mare…


 

 …fu la fine per i Lunghi Orecchi che furono tutti uccisi e bruciati nel fossato. Come dimostrato dagli scavi di Thor Heyerdall!

Solo tre lunghi Orecchi sopravvivessero…

…il professore tira fuori dal portafoglio una foto di un loro discendente e…

…non è un polinesiano ma… «è come noi!»

 


Nascono allora altre domande: perché gli egizi arrivarono sull’isola, perché non vi è nulla di scritto?

Solo il tempo e gli Dei daranno una risposta…

Tempo dopo, a Bologna, nel febbraio del 2001. Da anni Leo sta raccogliendo iscrizioni in varie lingue per compilare un manifesto che permetta di passare da un alfabeto ad un altro…

Tornato dalla biblioteca, Leo ha trovato delle iscrizioni particolari. Trascritte, torna a casa, chiede a Marina di vedere a quale alfabeto corrispondono…



E sorpresa! Le iscrizioni sono in libico! L’alfabeto usato dagli egizi…

E cosa ancor più sorprendente sono iscrizioni trovate nell’oceano Pacifico!

«Sembra che il caso non venga per caso!»



Tanto tempo fa, centotrentadue anni prima della nascita di Giulio Cesare, nella biblioteca di Alessandria d’Egitto si parla della decisione del faraone di far partire una spedizione che faccia il giro del mondo, partendo dal mar Rosso e tornando dal Mediterraneo!


 

Il direttore della biblioteca Eratostene (considerato un vecchio pazzo) sostiene che la Terra è una sfera e, partendo da una parte si può, poi, tornare dall’altra parte.

Del resto questa cosa è scritta perfino sui muri della biblioteca e in tanti documenti antichi.



Tutto perché il faraone vuole l’oro che si trova nella mitica terra di Ofir,

terra di cui, nella Bibbia, si parla del viaggio della flotta di Chiram e Salomone che

ritornò da quella terra carica d’oro e d’argento.

Ma i pareri sono discordi, infatti Tolomeo potrebbe perdere il suo potere

se l’impresa fallirà !



I discorsi sono maligni…

«La Terra è ferma, mentre il Sole e le stelle gli girano attorno, come è nell’ordine naturale delle cose…»

«Intanto Rata, il miglior capitano della flotta partirà con Maui, l’astronomo sarà il navigatore…

… e allora sarà la fine di Tolomeo e della sua dinastia!»



Nella primavera del quindicesimo anno di regno di Tolomeo terzo, parte la spedizione dal mar Rosso…

E il navigatore prende un’altezza di Polare con la Kemal.

La Kemal è una tavoletta di legno rettangolare con un foro al centro, in cui è fissata una cordicella con un nodo. Ogni tavoletta corrispondeva ad un porto. Basta mettere il nodo tra i denti e, tenendo la cordicella tesa, sfiorare con la base della tavoletta l’orizzonte e traguardare la stella polare (detta dai greci stella fenicia) sul lato opposto. Se la stella polare è più in alto per trovare il porto ci si dirige più a sud, se più in basso a nord.

Si trattava di una navigazione per parallelo; ci si portava alla latitudine del porto desiderato poi si navigava verso est o verso ovest, fino a trovarlo.

Veniva usata da fenici e egiziani e infine dagli arabi fino al 1800.



Il comandate si avvicina e declina l’invito di sbarcare di Maui sulle isole all’orizzonte per controllare la posizione.

Egli conosce bene il mar Rosso, ma sarà al di fuori che invece, avrà bisogno dei suoi strumenti e dei suoi libri.

La donna di Maui lo spinge via per farlo distrarre.



Perché Maui ha una bella compagna che farebbe impazzire qualunque uomo, tranne lui. Il marito infatti impazzisce i numeri, i rotoli di papiro e le stelle!



Dopo alcune ore Maui e la moglie dormono sotto le stelle.

La spedizione si inoltra nell’oceano indiano fino all’isola di Iran Java…



…in Nuova Guinea.

La spedizione di Rata e Maui è giunta qui da alcuni mesi…

Hanno dissodato il terreno e seminato, poi dovranno aspettare il raccolto per continuare la navigazione.



I contatti con la popolazione locale sono stati pacifici. Maui ha dato loro un nuovo disegno di rete per catturare il pesce e ne catturano dieci volte di più rispetto a prima del loro arrivo. Si può fare una bella festa.



I contadini e  i pescatori parlano della nuova terra e del raccolto che sarà senz’altro abbondante…



Maui e la sua compagna si allontanano per star da soli, ma nel cielo notturno…



 …splende una cometa e i due devono tornare dagli altri impauriti. Maui spiega loro cos’è questo corpo celeste, li calma e li fa andare a dormire.


 

Pochi giorni dopo, all’interno di una grotta Rata e Maui ancora parlano della cometa. Maui la sta seguendo da dieci notti e lo rassicura che non cadrà sulla terra…

Poi Rata gli chiede della longitudine…



Maui spiega che tra venti giorni ci sarà un eclissi di sole. Misurando la differenza di tempo tra l’eclissi in Malesia e l’orario previsto ad Alessandria. Al confronto tra i due orari avranno la longitudine esatta; per misurare il tempo non userà nessuna clessidra ma le stelle, molto più precise.

Il 19 novembre del 232 prima dell’era volgare, XII anno di regno di Tolomeo III, nei pressi della grotta, Maui e altre persone armeggiano attorno ad alcuni strumenti in legno…

E al di fuori uomini, donne e bambini aspettano l’evento…

 


 

… che arriva. Per vederlo usano un pezzo di roccia colorata.

Intanto Maui segue l’eclissi muovendo lentamente un disco su di un strumento, due assistenti fanno altrettanto con strumenti più piccoli.



Quando il sole si inizia a coprirsi, gli animali tornano a casa, ovvero nelle loro tane. Maui decide di iniziare i calcoli sul fenomeno separatamente tra lui e i suoi assistenti poi li confronteranno tra di loro.



Qualche giorno dopo, le navi sono di nuovo pronte a partire. Aspettano solo Maui che sta lasciando la testimonianza sull’osservazione della cometa sul muro della spelonca.

Nel 1937-’38, una spedizione germanica venuta da Francoforte, trovò queste iscrizioni. I disegni di vari colori, trattano di strumenti e reti per la pesca, calcoli astronomici per il calcolo dell’angolo orario del sole e delle stelle, strumenti astronomici, divinità greche ed egizie, il disegno di una eclissi, costellazioni, comete.

Alcuni di essi, sono firmati: “Maui, astronomo della spedizione di Rata, anno 15 del regno del faraone Tolomeo III” ed accanto una serie di numeri: “Questo teorema fu discusso con Maui da Eratostene, astronomo del delta del basso Egitto.”



Baia Di Irian Java, Rata e Maui osservano le sei navi pronte a salpare.

E Maui dice a Rata «Sai Rata, basterebbe attraversare questo mare verso sud e saremo nella terra di Ofir, la terra delle miniere d’oro, per il nostro faraone!»

Terra di Ofir, oggi chiamata Australia.

 



Dovete sapere che gli egizi andarono varie volte nella terra di Ofir, anche a distanza di secoli, tornando sempre carichi d’oro…

Nei musei egizi di tutto il mondo sono conservati decine di boomerang, come furono trovati anche nella tomba di Tutankamon.

In Egitto sono state trovate mummie di marsupiali, animali tipici australiani.



Continua Maui «invece, faremo rotta per il nord, verso il paese degli uomini gialli, poi ad est, attraverseremo un oceano e infine vedremo terra, uno stretto passaggio, isole ricche di frutta, ed un altro oceano e finalmente arriveremo a Cartagine e quindi ad Alessandria !»

Rata vuol sapere quanto tempo ci vorrà…

«La Terra è di 360 gradi, ne abbiamo percorsi quasi 80. se gli Dei ci assistono due anni, forse tre.»



Alcuni mesi dopo, alla foce di un fiume dell’America centrale, la spedizione si trova davanti allo sbocco di un fiume di acqua dolce. Eppure la latitudine è quella giusta; il passaggio per l’altro oceano era lì.

Si decide di mandare un gruppo in esplorazione all’interno.



Montate delle barche di legno  gli egizi iniziano l’esplorazione fino a trovarsi in un lago davanti ad una cascata.

 


Iniziano i primi litigi, mentre si profilano sulla spiaggia gli amerindi chiamati poi Indios, con cui forse potranno arrivare all’atro oceano. Forse !



Giorni dopo Maui dice di aver visto, grazie agli Indios l’altro oceano. Ma il percorso è difficilissimo a piedi, ed impossibile con le navi smontate in spalla.

Se le navi non possono passare, non si avrà nessuna prova che non si può fare il giro del mondo.



Già al tempo del faraone Neto si ebbe un destino simile come narra Erodoto. Nel VII secolo prima dell’era volgare, una nave imperale con equipaggio misto fenicio ed egiziano provò a circumnavigare la Libia (l’odierna Africa). Salpò dal mar Rosso con rotta verso il sud. Per tre volte l’equipaggio si fermò per seminare granaglie, attendere il raccolto e ripartire.

Tre anni dopo il comandante della spedizione si presentò al faraone provenendo da ovest. Per sua sfortuna nell’ultimo tratto mediteranno della navigazione aveva naufragato. Soccorso da navi fenicie era stato portato al cospetto del faraone che, come da contratto, siccome il comandante era tornato senza nave, lo fece giustiziare.

Erodoto non crede alla possibilità di circumnavigare l’Africa e che il viaggio sia avvenuto. Scrive anche che l’eccezionale e sfortunato comandante dichiarò di aver sempre tenuto la costa africana alla destra e che anche il sole a mezzogiorno era sempre alla loro destra, come appunto accade a chi circumnaviga l’Africa quando raggiunge l’emisfero sud !

 

Ma un nuovo pericolo minaccia la spedizione di Rata e Maui!



 Il cielo è color piombo fuso e gli uccelli sono scomparsi!

È in arrivo il Flagello divino!



Una spaventosa tempesta.



Ben due navi sono state distrutte, duecento persone morte e altrettante scomparse. Rata non può che prendere una dolorosa decisione:

ricostruire due navi, se possibile tre, con ciò che rimane delle quattro navi salvate. E costruire un paese in un luogo sulla terra (appena le navi ricostruite salperanno) dove sbarcare gli equipaggi rimasti senza nave.

 


Se questa storia vi pare fantastica Leo ci informa che:

nel 200 prima dell’era volgare avvenne un inspiegabile cambiamento nelle culture centro americane. Nei siti maya compaiono sculture di uomini barbuti, di etiopi, di neri!

Nello stesso periodo compaiono i primi centri della civiltà olmeca da cui discendono gli aztechi.

Tra il 1531 e il 1533, un porcaro di 56 anni, Francisco Pizzarro ed una trentina di soldati, conquistano l’impero Inca senza colpo ferire, perché gli Inca – che non hanno barba – considerano gli avventurieri spagnoli degli Dei simili al loro Dio barbuto Kontiki.

Chi era questo Dio con la barba e dove l’avevano visto?

Lo stretto di Benguella.

Nelle carte di Maui, che provenivano dalla biblioteca di Alessandria, era probabilmente segnato un passaggio tra l’Atlantico e il Pacifico, poco più a nord dell’odierno canale di Panama. Il passaggio fu cercato anche da Colon o Colombo nel suo quarto viaggio.

Come si vede nella seconda vignetta si vede l’America nella carta del mondo disegnata da Martino Waldseemuller a San Dié nel 1507, con lo stretto.



Lo stretto di Benguela non esiste più e la spedizione costeggia il sud America in cerca di un altro passaggio.



Ormai sono tutti demoralizzati, perfino Maui.

Ma come gli dice la sua compagna, deve essere di aiuto agli altri.



Si tenta una nuova rotta per tornare a casa. Ma davvero molti non c’è la fanno più. Sanno che si deve sacrificare una nave per riparare le altre, perciò altri dovranno restare a terra, in esilio.



Per alcuni non sarà un sacrificio! Basta trovare un po’ d’acqua, costruire una canoa e andare a pescare.

Non per niente ancora oggi nel lago Titikaka si pesca su canoe di giunchi come facevano gli egizi.

La “casa pintata”

Nel 1885 un ingegnere cileno d’origine tedesca, Karl Stolp, mentre stava arrampicandosi sulle pendici della Cordillera cilena fu sorpreso da una tempesta di neve e si rifugiò in una grotta a circa 700 metri di altezza. All’esterno e all’interno della grotta c’erano numerose iscrizioni che furono trascritte da Stopl e presentate il 22 agosto 1888 alla società scientifica di Santiago. Le iscrizioni, al momento situate tanto in alto da essere irraggiungibili anche con una scala; sono di colore nero e bianco e dipinte usando le dita.

L’iscrizione è in caratteri libici ed è firmata dal capitano Rata e datata 16° anno di regno, (231 a. E. V.) le lettere seguono un andamento bustrofedico (come l’incidere del bue quando ara) e vanno: la prima riga da sinistra a destra, la seconda da destra a sinistra, la terza da sinistra a destra e così via.

Il testo tradotto dal dottor Barry Field dice:

“Limite meridionale della costa raggiunto da Maui.

Questa regione è il limite meridionale delle terre che il comandante reclama, con dichiarazione scritta, esultate.

Fino a questo punto al sud egli condusse la flotta.

Queste terre il navigatore prende possesso in nome del re dell’Egitto, di sua moglie e del suo nobile figlio.

Navigò per 400 miglia seguendo questa costa montagnosa.

Nel giorno 5 del mese di Agosto del 16° anno di regno.”

 

Purtroppo attualmente le iscrizioni non dovrebbero esistere più, perché fatte saltare con della dinamite...

 



Sì! Gli uomini sono troppo stanchi di viaggiare. Mentre parlano tra loro, arriva una donna trafelata: Rata ha deciso di far accoppiare due tartarughe! Vuole tornare a casa, ma alcuni non decidono di affrontare il viaggio e resteranno a terra.

Siamo alla fine della storia…

 

Bologna, 2230 anni dopo.

Le navi di Rata stracariche di persone e mezze affondate si fermarono all’isola di Pasqua e sbarcarono una parte dell’equipaggio.

I bianchi dalle lunghe orecchie presero ben presto il potere ed obbligarono in schiavitù gli indigeni.

A volte nel corso dei secoli, qualche gruppo di lunghe orecchie partiva con le canoe costruite col poco legname dell’isola; veniva allora eretto un mohai, figura in pietra che raffigurava il capo della spedizione, rivolto verso la direzione presa.

Continuando verso Ovest, Rata raggiunse l’isola di Pitcair, piccola e con le coste a picco sul mare (che diventerà famosa come l’ultimo rifugio degli ammutinati del “Bounty”) e anche qui lasciarono alcune iscrizioni.

Rata giunge poi a Tahiti e la parte del suo numeroso equipaggio che sbarcò, prese anche qui il potere e quando, 2000 anni dopo, James Cook giunse sull’isola e la trovò governata da persone d’origine bianca che conoscevano perfettamente come navigare in tutto il Pacifico.

Secondo alcuni reperti, Rata giunge anche in Nuova Zelanda, la terra dei maori, ma anche se alcune gallerie sono state scavate con tecniche simili a quelle egiziane, non sono state trovate iscrizioni di alcun tipo.

Il percorso di Rata e Maui.

Infine una piccola parte della spedizione arrivò nella terra di Punt, l’Australia, e un iscrizione ci ricorda ancora il fatto, avvenuto nell’anno XVII del faraone terzo, 230 anni prima dell’era volgare.

Non sappiamo purtroppo se Rata sia giunto fino in Australia e tanto meno sappiamo se qualcuno abbia tentato di raggiungere l’Egitto risalendo il mar Rosso. Ma se anche alcuni, o solo uno, fossero riusciti a raggiungere l’Egitto, difficilmente i nuovi potenti a corte avrebbero consentito loro di informare il faraone ed Eratostene dei fatti.

Alessandria: dopo la partenza di Rata e Maui, i nemici di Eratostene minarono per anni, giorno dopo giorno, la sua figura, finché il vecchio matematico, lasciata la direzione della biblioteca, si isolò sempre più dalla vita pubblica e si ridusse a vivere come un barbone nelle vie di Alessandria…

…dove morì di stenti e di dolore nel 196 prima dell’era volgare. Il mancato ritorno della spedizione e la morte di Eratostene decretarono il trionfo della teoria della Terra piatta.


Ma ancor oggi, dopo 2200 anni, tutte le leggende del Pacifico narrano di due esseri mitici che donarono agli uomini il fuoco e la conoscenza:

Rata e Maui !

 

Marco Pugacioff

[Disegnatore di fumetti dilettante

e Ricercatore storico dilettante, ma non blogger

(Questo è un sito!)]

Macerata Granne

(da Apollo Granno)

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(Sempre Preti Qua Magneranno)

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