Eugenio Antonio (
detto Tonino ) Benni
Il suo capolavoro: Zorro
Nato da padre
franco-tedesco e da madre italiana ad
Hayange, una
cittadina della Lorena, l’8 gennaio del ’39, a soli cinque anni rientra in
Italia e si stabilisce in Abruzzo dove viveva con la sua famiglia. Da ragazzo è
stato un appassionato lettore dei fumetti che in quel periodo erano i cosiddetti
formati a striscia, i suoi preferiti erano Tony Boy, Sciuscià, il Piccolo
Sceriffo,Tex.
Una copertina per Miki
Nel 1960 si
diploma in pittura all’Istituto d’Arte della sua città. L’anno successivo, vista
la sua grande attitudine per il disegno ed il ritratto venne indirizzato a
Milano, presso lo Studio di Nicola Del Principe, il quale è già un artista di
primissimo piano nel fumetto comico italiano (ricordiamo Trottolino e Soldino)
per le varie testate delle edizioni Il Ponte-Bianconi. Iniziò da quel momento
una proficua e sterminata produzione con lo studio Del Principe, in cui Eugenio
rimase moltissimo tempo, fino a tutti gli anni 80, caratterizzando con il suo
disegno dinamico, immediato ed asciutto e con un enorme produzione di migliaia e
migliaia di tavole lo stile dell’intero studio; anche i nuovi disegnatori che
andarono a lavorare con Del Principe cercarono, invano, di imitarlo, comunque
tutta questa enorme produzione è stata per anni sempre attribuita a Del
Principe. Eugenio si trasferì inizialmente a Milano presso un parente, poi, una
volta avviato il lavoro ritornò in Abruzzo.
La Freccia Nera, uscito a seguito del grande
successo dello sceneggiato Rai.
Il primo
personaggio che Del Principe gli commissionò fu Yuma Kid, una imitazione di Lone
Ranger del quale Eugenio curò anche i testi prendendo spunto dalle pellicole
western dell’epoca. Produsse anche materiale per il mercato franco-belga fino al
1965 come ad esempio Pat Emoul, serie giallo umoristica che verrà pubblicata in
Italia dai F.lli Spada sul Superalbo Rip Kirby. Curò l’adattamento a fumetti di
“Quentin Durwad”, il romanzo di Walter Scott disegnando oltre 1000 vignette. Un
altro personaggio per il mercato francese fu Gallix, nato sulla scia del
successo di Asterix.
Il grande Blek e
Nel 1964,
dopo che la esseGesse abbandonò le Edizioni Dardo, i fratelli Nicola e Mario del
Principe gli proposero di disegnare Capitan Miki ed Il Grande Blek, personaggi
per i quali disegnò - con l'aiuto di Nestore Del Boccio - una trentina di episodi ciascuno al ritmo di due ( un Miki
ed un Blek ) a settimana!
La carica del maresciallo Murat [nostro
futuro Re Giocchino] a Puntowiz il 2 dicembre del 1812.
La tavola è tratto dal fumetto "Un dragone
per l'imperatore" di Carlo Ford e Nino Pes. Il libriccino edito dalle
Edizioni L. Parma-Bologna era all'interno del Primo GIOCOLI' una scatola
gioco della serie "Giochiamo la storia - <<Napoleone>>. E' probabile che
all'interno della seconda scatola "Tutte le vele al vento" dedicata a
Colombo, e all'interno della terza dedicata al Risorgimento, ci fossero
altri fumetti.
Per il
giornalino “La Mia Bambola”, Editrice La Terza, realizzò le puntate de la Storia
Vera del Cane Toby, contemporaneamente a centinaia di divertenti vignette osè
che apparvero su “Il Solletico”, insieme a quelle di E. Magni, O. Bramante ed
altri. Questa ultima esperienza lo introdusse al fumetto sexy che comincia ad
affollare le edicole italiane. Per la stessa Editrice La Terza realizza una
quindicina di episodi di Alcina la Maga (1972/73); mentre per l’Editrice SIE
disegna “Angelica” (1969/74) oltre 60 albi e “Teodora” (1970/74) 52 albi. Nel
campo dei fumetti di avventura, sempre per la SIE disegna “Joe Ringo” (1969/70)
11 albi e “La Freccia Nera” (1969/70) 17 albi, e per la Edinational quattro
albi di “Robin Hood” (1976).
Dal 1972 al
1978 si trasferisce in Sardegna ma continua la collaborazione con lo studio
milanese e con Bianconi per i quali realizza alcuni episodi di “Tom Billy By”
e lo stupendo “Zorro” ispirandosi alla serie televisiva della Disney. Ed ecco
arrivare la grande occasione, un’ottima proposta di lavoro in California, che
Eugenio, da vero abruzzese radicato alla sua terra, rifiutò per restare in
Italia.
Una tavola a dir poco favolosa del suo Zorro. Dal
numero 13
Sul finire
degli anni 70 il fumetto tradizionale entra in un periodo di crisi, allora nasce
il fumetto hard, che Benni, come molti altri disegnatori italiani esegue per l’Edifumetto-Squalo:
Il Tromba, Il Camionista, Il centravanti ecc ecc, fumetti che non produssero
alcuna soddisfazione personale e ad essi segue un periodo di rigetto.
Verso la metà
degli anni 80 collabora con gli studi romani di Giolitti e Rosi e con l’editore
F. Coniglio.
Del 1987 è una
della ultime collaborazioni con Del Principe-Bianconi, seguendo la moda dei
paninari disegna 5 numeri di “Sfitty” e 5 numeri di “Zippo Panino”.
Venti generazioni dell'Ombra che cammina. da
"Quel Relitto nella baia".
Negli anni 90
collabora con Felmang al magazine Fantomen, la rivista scandinava dove vengono
pubblicate avventure inedite dell’Uomo Mascherato.
Si è spento a
Chieti il 2 maggio del 2009.
R. F.
Un
ricordo di Benni da parte del figlio nel 13 maggio del 2013
Ciao a tutti, mi
chiamo Emiliano (Benni) e sono il figlio di Eugenio, vorrei intanto ringraziare
l'autore dell'articolo e tutti voi che siete intervenuti, mio padre è stato un
artista che ha sempre lavorato nell'ombra, "dietro le quinte", il fatto di non
essere, spesso, neanche citato nei cosiddetti "Crediti" a lui non interessava,
era una persona che non amava "apparire", non so nemmeno se compaia il suo nome
nei lavori che per più di vent'anni ha realizzato per lo studio di Nicola Del
Principe (mi ricordo ancora quando veniva a casa col suo barbone e io piccolino
lo chiamavo Zio Nicola), per questo è una cosa sorprendente per me sapere che
sia conosciuto da qualcuno che non sia del nostro paese (Raiano (AQ)) o dei
dintorni. Sull'aspetto tecnico non entro nel merito in quanto, purtroppo, non
sono esperto di disegno ne di fumetti, il fatto però che tra gli appassionati
del settore ci siano persone che lo conoscono e spesso ne riconoscono lo stile
osservando qualche vecchio albo non firmato, mi fa un grande piacere. Mio padre
era un "puro", quella per il disegno era una passione immensa, a casa ho
talmente tante tavole, disegni e quadri che ci vorrebbe una settimana solo per
contarli! :) Ha continuato a disegnare anche dopo essere andato "in pensione",
solo per il gusto e la passione che animavano la sua matita e per il suo paese
che amava tanto e dal quale non si è mai separato. Colgo l'occasione per
ringraziare i ragazzi che hanno organizzato la mostra, mi piace pensare che da
lassù l'abbia guardata anche lui, con un sorriso... Un saluto a tutti, Emiliano.
Un ricordo di
il 17 maggio del 2013, in risposta
a una mia domanda
Sì, ho lavorato
con Benni ( tutti e due dello stesso paese) e non solo io. Ci fu Corsi, ed in
seguito Gentile nella realizzazione di Alan Mistero di cui inchiostrava i
contorni delle figure e gli ambientini.[...]
se vuoi puoi andare alla sezione
o dei loro autori, va a
alla sezione
oppure a
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