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martedì 16 agosto 2016

Eugenio Benni

Eugenio Antonio ( detto Tonino ) Benni
Il suo capolavoro: Zorro
   Nato da padre franco-tedesco e da madre italiana ad Hayange, una cittadina della Lorena, l’8 gennaio del ’39, a soli cinque anni rientra in Italia e si stabilisce in Abruzzo dove viveva con la sua famiglia. Da ragazzo è stato un appassionato lettore dei fumetti che in quel periodo erano i cosiddetti formati a striscia, i suoi preferiti erano Tony Boy, Sciuscià, il Piccolo Sceriffo,Tex.


Una copertina per Miki
   Nel 1960 si diploma in pittura all’Istituto d’Arte della sua città. L’anno successivo, vista la sua grande attitudine per il disegno ed il ritratto venne indirizzato a Milano, presso lo Studio di Nicola Del Principe, il quale è già un artista di primissimo piano nel fumetto comico italiano (ricordiamo Trottolino e Soldino) per le varie testate delle edizioni Il Ponte-Bianconi. Iniziò da quel momento una proficua e sterminata produzione con lo studio Del Principe, in cui Eugenio rimase moltissimo tempo, fino a tutti gli anni 80, caratterizzando con il suo disegno dinamico, immediato ed asciutto e con un enorme produzione di migliaia e migliaia di tavole lo stile dell’intero studio; anche i nuovi disegnatori che andarono a lavorare con Del Principe cercarono, invano, di imitarlo, comunque tutta questa enorme produzione  è stata per anni sempre attribuita a Del Principe. Eugenio si trasferì inizialmente a Milano presso un parente, poi, una volta avviato il lavoro ritornò in Abruzzo.
La Freccia Nera, uscito a seguito del grande successo dello sceneggiato Rai.

Il primo personaggio che Del Principe gli commissionò fu Yuma Kid, una imitazione di Lone Ranger del quale Eugenio curò anche i testi prendendo spunto dalle pellicole western dell’epoca. Produsse anche materiale per il mercato franco-belga fino al 1965 come ad esempio Pat Emoul, serie giallo umoristica che verrà pubblicata in Italia dai F.lli Spada sul Superalbo Rip Kirby. Curò l’adattamento a fumetti  di “Quentin Durwad”, il romanzo di Walter Scott  disegnando oltre 1000 vignette. Un altro personaggio per il mercato francese fu Gallix, nato sulla scia del successo di Asterix.
Il grande Blek e
Capitan Miki

   Nel 1964, dopo che la esseGesse abbandonò le Edizioni Dardo, i fratelli Nicola e Mario del Principe gli proposero di disegnare Capitan Miki ed Il Grande Blek, personaggi  per i quali disegnò - con l'aiuto di Nestore Del Boccio -  una trentina di episodi ciascuno al ritmo di due ( un Miki ed un Blek ) a settimana!

I suoi Alan Mistero - in Francia Ombrax - pubblicati in Italia sul Comandante Mark.

La carica del maresciallo Murat [nostro futuro Re Giocchino] a Puntowiz il 2 dicembre del 1812.
La tavola è tratto dal fumetto "Un dragone per l'imperatore" di Carlo Ford e Nino Pes. Il libriccino edito dalle Edizioni L. Parma-Bologna era all'interno del Primo GIOCOLI' una scatola gioco della serie "Giochiamo la storia - <<Napoleone>>. E' probabile che all'interno della seconda scatola "Tutte le vele al vento" dedicata a Colombo, e all'interno della terza dedicata al Risorgimento, ci fossero altri fumetti.
   Per il giornalino “La Mia Bambola”, Editrice La Terza, realizzò le puntate de la Storia Vera del Cane Toby, contemporaneamente a centinaia di divertenti vignette osè che apparvero su “Il Solletico”, insieme a quelle di E. Magni, O. Bramante ed altri. Questa ultima esperienza lo introdusse al fumetto sexy che comincia ad affollare le edicole italiane. Per la stessa Editrice La Terza realizza una quindicina di episodi di Alcina la Maga (1972/73); mentre per l’Editrice SIE disegna “Angelica” (1969/74) oltre 60 albi e “Teodora” (1970/74) 52 albi. Nel campo dei fumetti di avventura, sempre per la SIE disegna “Joe Ringo” (1969/70) 11 albi e “La Freccia Nera” (1969/70) 17 albi, e per la Edinational  quattro albi di “Robin Hood” (1976).



Angelica

Alcina
   Dal 1972 al 1978 si trasferisce in Sardegna ma continua la collaborazione con lo studio milanese e con  Bianconi per i quali realizza alcuni  episodi di “Tom Billy By” e lo stupendo “Zorro” ispirandosi alla serie televisiva della Disney. Ed ecco arrivare la grande occasione, un’ottima proposta di lavoro in California, che Eugenio, da vero abruzzese radicato alla sua terra, rifiutò per restare in Italia. 


Una tavola a dir poco favolosa del suo Zorro. Dal numero 13
   Sul finire degli anni 70 il fumetto tradizionale entra in un periodo di crisi, allora nasce il fumetto hard, che Benni, come molti altri disegnatori italiani esegue per l’Edifumetto-Squalo: Il Tromba, Il  Camionista, Il centravanti  ecc ecc, fumetti che non produssero alcuna soddisfazione personale e ad essi segue un periodo di rigetto.
   Verso la metà degli anni 80 collabora con gli studi romani di Giolitti e Rosi e con l’editore F. Coniglio.
Del 1987 è una della ultime collaborazioni con Del Principe-Bianconi, seguendo la moda dei paninari disegna 5 numeri di “Sfitty” e 5 numeri di “Zippo Panino”.

Venti generazioni dell'Ombra che cammina. da "Quel Relitto nella baia".
Negli anni 90 collabora con Felmang al magazine Fantomen, la rivista scandinava dove vengono pubblicate avventure inedite dell’Uomo Mascherato.
Si è spento a Chieti il 2 maggio del 2009.
 R. F.


   Un ricordo di Benni da parte del figlio nel 13 maggio del 2013

Ciao a tutti, mi chiamo Emiliano (Benni) e sono il figlio di Eugenio, vorrei intanto ringraziare l'autore dell'articolo e tutti voi che siete intervenuti, mio padre è stato un artista che ha sempre lavorato nell'ombra, "dietro le quinte", il fatto di non essere, spesso, neanche citato nei cosiddetti "Crediti" a lui non interessava, era una persona che non amava "apparire", non so nemmeno se compaia il suo nome nei lavori che per più di vent'anni ha realizzato per lo studio di Nicola Del Principe (mi ricordo ancora quando veniva a casa col suo barbone e io piccolino lo chiamavo Zio Nicola), per questo è una cosa sorprendente per me sapere che sia conosciuto da qualcuno che non sia del nostro paese (Raiano (AQ)) o dei dintorni. Sull'aspetto tecnico non entro nel merito in quanto, purtroppo, non sono esperto di disegno ne di fumetti, il fatto però che tra gli appassionati del settore ci siano persone che lo conoscono e spesso ne riconoscono lo stile osservando qualche vecchio albo non firmato, mi fa un grande piacere. Mio padre era un "puro", quella per il disegno era una passione immensa, a casa ho talmente tante tavole, disegni e quadri che ci vorrebbe una settimana solo per contarli! :) Ha continuato a disegnare anche dopo essere andato "in pensione", solo per il gusto e la passione che animavano la sua matita e per il suo paese che amava tanto e dal quale non si è mai separato. Colgo l'occasione per ringraziare i ragazzi che hanno organizzato la mostra, mi piace pensare che da lassù l'abbia guardata anche lui, con un sorriso... Un saluto a tutti, Emiliano.
Un ricordo di
il 17 maggio del 2013, in risposta a una mia domanda
   Sì, ho lavorato con Benni ( tutti e due dello stesso paese) e non solo io. Ci fu Corsi, ed in seguito Gentile nella realizzazione di Alan Mistero di cui inchiostrava i contorni delle figure e gli ambientini.[...]

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