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lunedì 3 ottobre 2016

Gerberto d’Aurillac e Castel del Monte

Gerberto d’Aurillac
 e
Castel del Monte




   Alla tavola 69 ( pag. 78 ) del libro “Gerberto d’Aurillac - Papa Silvestro II” di Galileo Ferraresi, con illustrazioni di Marco Pugacioff, notiamo nello studio di Gerberto ormai papa, sopra al suo tavolo insieme a una clessidra e al golem[1], una pergamena con su schizzato un monumento funebre dedicato a Ottone II che il papa considerava suo amico.



Inutile negare come quel disegno raffiguri Castel del Monte. Castel del Monte ad Andria di proprietà di Federico II, ha sempre affascinato per la bellezza delle sue forme e soprattutto sul mistero di chi lo abbia progettato.




Di questo maniero si è scritto che è una «Fabbrica ideale e priva di scopi», «…riprende il tema del fortilizio, ma lo sviluppa con tanta purezza di misure e profili da trasformare la forma “militare” in forma civile ed aulica » e «…un capolavoro di architettura costruito secondo le leggi degli spazi ideali o, quanto meno, un vero e proprio trattato di matematica posto al servizio del più raffinato, e spesso oscuro, simbolo esoterico.» ed ancora «Il castello se castello può dirsi, gronda in sua parte di implicazioni astronomiche e matematiche che ne fanno un libro di pietra…».
Analizziamo la sua struttura, esso ha una forma ottagonale, nei otto angoli si innestano altrettante torri ottagonali. Il suo cortile è anch’esso ottagonale e così le otto sale a pianterreno e le altre otto al piano superiore. Ma ciò che colpisce in questa struttura che sprizza matematica e astronomia da ogni suo poro è il percorso obbligato che ci porta al secondo piano verso la sala cosiddetta del trono. Un trono che, al posto dello schienale, ha una  finestra  da cui penetra potente la luce del sole, del Creato, in pratica la potenza di Dio.



Se associamo questo concetto a tutti i riferimenti  precedentemente citati, mi risulta difficile combinarli con la ( pur straordinaria ) figura dello Jesino Federico II e della sua corte di dotti o ancora con quella dei templari[2]. L’unica mente che possa aver scaturito un simile concentrato di spiritualità (non per niente questa struttura è stata definita anche Tempio) e di matematica, musica e astronomia è appunto Gerberto di Aurillac, nato in Aquitania e morto a Roma. Alla sua morte tutto l’incartamento relativo alla costruzione è rimasto nella nascente biblioteca Vaticana, ma Federico, alla morte della madre Costanza d’Altavilla fu affidato al papa Innocenzo III (papa dal 1198 al 1216).
Il giovane Federico potrebbe aver visto quei progetti, aver capito l’enorme sapienza e deciso di costruirlo una volta giunto al potere. Se davvero è stato lui a farlo costruire.
Questa però rimane solo un’ipotesi fantastica e affascinante ma non dimostrabile, vorrei però concludere questo articolo con una parte dello studio di Massimo Frera, apparso sempre sul mio libro a pag. 155, riguardante l'etimologia del nome di  Melusina:[3]



Gerberto incontra la sua Melusina per la prima volta

«Se riprendiamo la leggenda principale di Melusina in Europa, notiamo come sia stata lei a suggerire la costruzione del castello di Lussemburgo.. Potremo quindi sostenere come plausibile che Gerberto detenesse le conoscenze di Melusina, ovvero le conoscenze dei costruttori.»
Marco Pugacioff

Le varie immagini presenti nell’articolo sono proprietà degli aventi diritto, e sono qui presenti a puro scopo illustrativo.

Bibliografia:
-        Castel del Monte, a cura di Stefania Mola. Mario Adda Editore – Bari 1991
-        Storia dell’Arte Italiana, Giulio Carlo Argan. Sansoni Editore – Firenze 1984
-   Gerberto D'Aurillac, Galileo Ferraresi. Ed. Marco Pugacioff –  Macerata 2007


[1] Il Migne nella “Patrologia latina” vol. CXXXIX scrive: «(Gerberto) Possedeva nel suo palazzo, una testa di bronzo che rispondeva “si” oppure “no” alle domande che egli gli rivolgeva sulla politica e sulla situazione della cristianità. Secondo Silvestro II questo procedimento era molto semplice e corrispondeva al calcolo a due cifre »
[2] Riguardo i templari e Gerberto ci sarebbe una relazione tra i fondatori dell’ordine e l’uomo che fu papa nell’anno mille, cito: “l’Ordine dei Solitari, o Kaddosh, era di ispirazione essenza e gnostica. Arnaud di Tolosa, all’inizio del IX secolo si recò in Palestina ed entrò a far parte di questo ordine. Quando fu iniziato al 3° grado ebbe l’autorizzazione a fondare una loggia in Europa. La prima sorse a Tolosa nell’804 e fu chiamata AMUS. Si tramanda che tra i membri di questa loggia vi sarebbero stati Gerberto d’Aurillac (il futuro papa Silvestro II), Goffredo di Buglione ed i 9 cavalieri che avevano formato l’Ordine Templare.”
Vedi a pag. 156 del libro di René Lachaud, TEMPLIERS chevaliers d'Orient et d'Occident, E. Dangles, St-Jean de Braye (Francia),  1997.
[3] Melusina o Meridiana, o ancora Marianna ( come la fanciulla italiana amata da Sandokan ) è " ... il diavolo succubo con cui, secondo la leggenda, ebbe commercio Gerberto." per citare le parole di Arturo Graf  [ vedi Miti,Leggende e Superstizioni del Medio Evo - volume II - Torino 1893 - pag. 38, nota 39 ]

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L'avventurosa vita di Gerberto
è narrata nel volume
"Gerberto d'Aurillac - papa Silvestro II"





Un libro metà a fumetti e metà di analisi storiche e anche sul mito di un uomo straordinario che al contrario di quel che dice la "Storia", non ebbe commercio col Demonio e non andò MAI in Germania.


leggete anche i miei altri articoli su Gerberto:
la traduzione di Richerio sulla
e

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