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lunedì 24 aprile 2017

Il prete stregone di Bargota




Il prete stregone di Bargota


Un'immagine del parroco disegnata nel 1929

   Il suo nome era Johannes [Joanis o Ioannes Mellado]; di lui si dice che sua madre fosse una strega e che frequentava le congreghe delle streghe che avevano luogo nelle pianure soriane[1] di Barahona. Sembra che Johannes discendesse da una ricca famiglia nella cui casa, situata nella via [calle] che poi fu chiamata Juan Lobo, non mancasserotitoli né blasoni


La casa di Johanes de Bargota. Fotografia del sign. Mariano Estornés Lasa

La sua vita abituale la svolgeva nell'esercizio delle sue funzioni di sacerdote della chiesa parrocchiale di Bargota (Navarra)  e nella coltivazione di piccole aziende di sua proprietà nella città di Viana e sulle rive del fiume Ebro, nei pressi di Logroño. La sua vocazione religiosa fu assorbita dal suo amore per la magia; il suo spirito forte e inquieto venne influenzato dalla lettura di libri sull'argomento[2]


Questa eccessiva inclinazione alla negromanzia e alla magia crebbe durante il suo soggiorno a Salamanca, allorché frequentò le sue famose grotte che Alarcón[3] seppe immortalare nei suoi versi:

     La parlera fama, allí
        ha dicho, que hay una cueva
        encantada en Salamanca,
        que mil prodigios encierra:
        que una cabeza de bronce
        sobre una cátedra puesta,
        la mágica sobrehumana
        en humana voz enseña:
        Que entran algunos a oirla,
        pero, que de siete, que entran,
        los seis vuelven a salir
        y el uno dentro se queda...

          La fama loquace,
         ha detto, che vi è una grotta
         incantata in Salamanca,
         che mille meraviglie serra:
         che una testa di bronzo
         sopra una sedia posta,
         la magia sovrumana
         in voce umana insegna:
         Che alcuni entrarono a sentirla,
         ma che di sette, che entrarono,
         solo sei di loro uscirono
         e uno all’interno rimase...
       [mia traduzione]


   L’opera La grotta di Salamanca è un riferimento obbligato nell’esoterismo spagnolo e appare con frequenza nelle antologie di letteratura del barocco. Venne addirittura inclusa in un classico della demonologia spagnola, il trattato De disquisitionum magicarum di Martin del Rio, del 1600. La grotta era un luogo di pellegrinaggio per i viaggiatori di passaggio a Salamanca. Della grotta ne parlano anche Cervantes e Walter Scott e si ritiene che nell’antichità fu luogo associato al culto del Sole. Il suo mito è associato a quello del marchese don Enrique de Villena [1384-1434, traduttore di Virgilio, Cicerone e Dante in spagnolo], che  studiò anch’esso le arti negromantiche in questa stessa grotta con il diavolo, ma riuscì a ingannarlo e fuggire così al suo influsso[4].
     Il mito della testa di bronzo deriva dalle storie su Gerberto, il famoso – e a volte famigerato – papaSilvestro II che ne possedete una e che, nella sua gioventù, studiò proprio in Spagna. Ma torniamo al nostro stregone. 
    A Salamanca Johannes alternava le lezioni di Trivium e Quadrivium con ciò che gli insegnava il diavolo stesso nella grotta che ha anche un nome, ovvero grotta di San Cipriano [cueva de San Cipriano]. Terminati i suoi studi – ufficiali e proibiti – divenne il parroco del suo paese, un beneficio che gli spettava come secondo figlio della sua famiglia[5]… se fosse un personaggio realmente esistito, cosa di cui non vi è certezza. Oggi comunque sono reali le storie su di lui.


La chiesa di Santa Maria a Bargota

   Come il fatto che poteva rimuovere le parti del suo corpo a volontà, non per niente poteva rimuovere sia la testa sia un braccio; Egli fu in grado di trasformare in gatto il bandito Juan Lobo in maniera che le autorità non lo catturassero e fu autore di molte altre simili gesta.
   l'evento più straordinario attribuito al brujo di Bargota fu un viaggio in volo, da Navarra a Roma, in sella a un demone familiare che aveva astutamente ingannato. Lo scopo del viaggio doveva essere quello di aiutare un papa, forse Alessandro VI (il cui pontificato durò dal 1492-1503) o Giulio II (che fu papa tra il 1503 e il 1513). Questo papa aveva una relazione carnosa con la moglie di un alto cortigiano del Vaticano che progettò l'omicidio del pontefice, e il curato di Bargota, conoscendo dal suo demone familiare della cospirazione, riuscì ad incontrare il papa, rivelandogli la trama e salvandogli la vita. In cambio di questo aiuto e dopo la promessa di rompere il suo patto con il diavolo, il papa lo assolse dai suoi peccati[6].


Akelarre en las cuevas de Zugarramurdi en 2009.

    Ma Johannes era un ragazzaccio (forse gli piacevano troppo le streghe che frequentava nei Akelarre[7] o sabba) e continuò con i suoi divertimenti.
    Dicono che in un giorno molto caldo di agosto, mentre i parrocchiani erano in attesa che dicesse Messa, entrò in chiesa con cappello e mantello completamente ricoperti di fiocchi di neve.
Entrando, mentre si scuoteva di dosso i fiocchi di neve, disse molto forte:
- Che freddo che c’è sui monti di Oca.
Da ciò corse, per tutti i banchi la voce che il sacerdote fosse uno stregone e che frequentasse le congreghe delle streghe.
   Per questo fatto fu processato per stregoneria a Logroño davanti alla Santa Inquisizione, ma da cui fu assolto dopo aver fatto promessa di non rifarlo più.
Ma lui continuò, infatti si disse che – qualche tempo dopo – quando gli abitanti erano in attesa che il curato arrivasse a dir messa, non vedendolo arrivare chiesero alla madre del sacerdote perché il figlio non arrivasse.
E lei disse loro che sarebbe apparso all’ora stabilita.
Ma il tempo passava e il prete non veniva, così i fedeli chiesero di nuovo spiegazioni alla madre.
La madre riferì di non sapere dove egli si trovasse, in quanto mancava da casa da due giorni.
Proprio quando stava per scoccar l’ora prevista, arrivò un grande uccello nero che si posò a terra davanti alla porta della chiesa; Apparve il sacerdote, che scuotendosi tutta la neve di dosso ripeté:
- Come nevica sui monti di Oca[8].
   L’abbiamo detto era un ragazzaccio. Un giorno un mulattiere[9] passò vicino alla chiesa di Bargota con i sui muli, e incrociò proprio Johannes. Il poveruomo notò che il suono dei campanacci dell’ultimo mulo arrivava a lui sempre più debolmente. Allora volse la testa indietro incuriosito e si rese conto con terrore dello spettacolo offerto da tutti i suoi muli deambulanti nell'aria intorno al campanile. Il poveraccio si mise a gridare.
Johannes gli si avvicinò e gli disse:
- Non temere, ora te li faccio scender giù sulla strada.
E così fece. Johannes aveva su di lui un astuccio per custodire gli aghi in cui teneva un esercito di piccoli esseri chiamati Mamur. Erano degli esserini capaci di far miracoli. Essi potevano, per esempio, portarlo in un istante in paesi lontani. Potevano anche costruire una casa in una sola notte, oppure far comparire tori misteriosi, gruppi di pernici e mandrie di cavalli[10].
 

El Aquelarre, quadro di Francisco Goya (Museo Lázaro Galdiano, Madrid). Questo quadro evoca la descrizione data da Mongastón [al processo delle streghe di Zugarramurdi del 1610] in cui riferì come due sorelle, María Presona e María Joanato, uccisero i loro figli "felice di darli al diavolo" che ricevete "riconoscente" l'offerta .. .

   Tutto questo finché Johannes non la fece una, un po’ troppo pesante – fu presente sul luogo dove avvenne la morte di un pezzo grosso, il conte di Aguilar – nel 1599, e fu denunciato e portato con altre streghe davanti al Tribunal del Santo Oficio, il cui inquisitore era Valle Alvarado. La strega cieca di Viana chiamata "Endregoto", Maria Echachute, Maria Echaleku e altre streghe – conosciute come le streghe di Zugarramurdi – furono condannate al rogo mentre Johannes Juanis, «el Brujo de Bargota», fu solo condannato a un Auto de Fe pubblico, i giorni 7 e 8 di novembre del 1610, a Logroño. Si dice che avesse un potente protettore…
Johannes Juanis,«el Brujo de Bargota», sembra che si pentì sinceramente e utilizzò i suoi ultimi giorni in penitenza.


   Nel 1989 il regista Pedro Olea realizzò una pellicola televisiva (La Leyenda del Cura de Bargota - scaricabile da emule in spagnolo) sulla sua leggenda con l’attore Fernando Guillén Cuervo che interpretò Johannes. Un film in cui partecipò anche il nostro Raf Vallone nella parte del papa Borgia.


foto tratta dal sito elnortedesaparecido.blogspot.com

   Ogni anno a Bargota – dal 2005 – nella terza settimana di luglio si celebra la settimana della stregoneria in suo onore, con rappresentazioni popolari e cena collettiva. Infine la domenica un mercato artigianale chiude la festa.



 

[1] Ovvero della provincia – o della città – di Soria, in Spagna.
[3] Juan Ruiz de Alarcón y Mendoza, di antenati nobili nacque in Messico nel 1581 – da Pedro Ruiz de Alarcón e da Leonor de Mendoza – e visse per la maggior parte della sua vita in Spagna dove morì nel 1639. Studiò legge nella Real y Pontificia Universidad de la Ciudad de Mexico. All’inizio del XVII secolo si recò in Spagna dove conseguì un diploma di laurea canonica presso la Universidad de Salamanca. Nel 1606 esercitò come avvocato in Siviglia e poi rientrò in Messico per terminare i suoi studi di legge nel 1608. Nel 1614 ritornò in Spagna e lavorò come relatore del Consiglio delle Indie. Era infelicemente deforme ( gobbo di torace e di schiena ) e fu oggetto di derisioni da parte di scrittori contemporanei come Francisco de Quevedo che lo definì: «corcovilla».
[7] La parola Akellare o aquelarre deriva dalla voce basca Aker = "capra" e larre = "prato", che ha il significato di "prato del caprone, visto che il diavolo si presentava in questa forma alle streghe. E’ il luogo dove le streghe (sorginak in basco), tengono le loro riunioni e rituali (anche se la parola deriva dalla lingua basca, è stata assimilata in castigliano, e, per estensione, si riferisce a qualsiasi raduno di streghe e stregoni). Vedi: http://es.wikipedia.org/wiki/Aquelarre
[9] Chi conduce i muli o altre bestie da soma lungo sentieri di montagna. Dal sec. XIV. Vedi: http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/M/mulattiere.shtml

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Marco Pugacioff
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