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domenica 18 giugno 2017

Storia del servizio postale




Documentario n. 106
tratto dall'enciclopedia LA VITA MERAVIGLIOSA - Ed. M. Confalonieri Milano 1957 - pagg. 295-298.
illustrazioni di Francesco Pescador
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Il povero soldato di Maratona, che per annunciare ad Atene la vittoria di Milziade sui Persiani corse tanto da cadere morto alle porte della città 490 anni prima di Cristo, è stata la più glo­riosa vittima del Servizio Postale e indubbiamente una delle prime.

   E' indiscusso che una delle prime necessità dell'uomo sia stata quella di comunicare con i propri simili anche se lontani; ma, tra i vari antichissimi popoli, Assiri, Babilonesi, Egizi, non si sa a quale di essi attribuire l'iniziativa di un primo regolare scambio di corrispondenza. Si può affermare con certezza, però, che, già duemilacinquecento anni or sono, esisteva un'organizzazione del genere. Infatti, durante scavi condotti in Egitto nel secolo scorso, sono stati rinvenuti involucri di argilla contenenti corrispondenza intercorsa fra i Faraoni di Egitto e i Principi di Babilonia e Mesopotamia. Per quanto riguarda i Greci si hanno poche testimonianze della loro organizzazione postale, non così per i Romani dei quali sappiamo come un Servizio Postale, chiamato « Cursus Publicus » sia stato perfezionato dall'Imperatore Augusto che vi mise a capo lo stesso Prefetto del Pretorio il quale, coadiuvato dai vari magistrati, era responsabile dell'efficienza e della celerità del servizio. Il « Cursus Publicus » era organizzato da messi a piedi e a cavallo disposti a varie distanze sulle strade di comunicazione, presso uffici appositamente costruiti e si svolgeva similmente al gioco sportivo della staffetta.

MEDIOEVO ED ETÀ' MODERNA


Nel medioevo, il « corriere del re » cavalcava velocemente sulle strade assolate o nelle brughiere ed aveva diritto alla precedenza. 

In Europa, dopo il mille, crollato l’Impero Romano e cessate le invasioni barbariche, si affermò, nel campo della posta, l'iniziativa privata. Aveva bensì Carlo Magno tentato di ridar vita al « Cursus Publicus » dei Romani, ma senza riuscirvi; così, ad iniziativa della Chiesa, delle Università e delle Associazioni del Commercio e della Mercanzia, nacque un'organizzazione postale detta « Servizio Corrieri » e potenziata da privati. Proprio ad una famiglia di imprenditori privati è legata da allora la storia di questo Servizio: i TASSO. Costoro, oriundi di Bergamo, si specializzarono nella creazione di vari sistemi per lo scambio della corrispondenza acquistando sempre maggior fama e notorietà sino ad ottenere la fiducia dell'Imperatore d'Austria. Massimiliano I. (1459-1519) il quale accordò loro la privativa del Servizio nei suoi vastissimi domini. 


Nello stretto di Magellano,  luogo  sinistro e inospitale, dove  passavano  le  navi prima  che  fosse tagliato  lo  stretto di Panama, si installò un servizio postale in questo modo:  venne  legata una  botte a un  solido palo.  Ogni nave che passava staccava una scialuppa  per  consegnare alla botte le lettere e ritirare eventualmente quelle depositate da altre  navi.

Un discendente dei Tasso, Francesco, si unì poi ai Torriani, altra famiglia di imprenditori postali, formando così la casata Torre-Tasso che dominò, con la sua organizzazione capillare, la posta dell'intera Europa. Pure ai Torre-Tasso è dovuta l'iniziativa di un regolare Servizio tra Vienna e Bruxelles che stabilì le basi della posta moderna, non solo al servizio delle autorità militari, politiche e culturali, ma di tutti. Oltre il trasporto della corrispondenza, i Torre-Tasso iniziarono la spedizione dei valori; sostituirono i postiglioni ai corrieri e introdussero l’uso della diligenza.
Purtroppo, con l'avvento delle ferrovie e delle navi a vapore questa grande organizzazione si spezzettò e tutti i paesi, seguendo l'esempio di altri, richiamarono all'autorità dello Stato il controllo e l'iniziativa delle Poste.


In Africa, le popolazioni locali, per comunicare tra di loro o trasmettersi segnali di guerra e di caccia, usano il «tam­tam», che battono ritmicamente con le mani. Nel profondo silenzio della foresta, il  « tam-tam » ha un suono sinistro e suggestivo.

IL FRANCOBOLLO

Sin da quando era stato introdotto il Servizio Postale a disposizione dei privati, il pagamento della tassa per il trasporto e il recapito della corrispondenza era calcolato in modo diverso che variava in rapporto alla distanza, alla dimensione e alla forma del plico e persino ai numero dei fogli spediti. Queste diversità davano luogo a moltissimi inconvenienti e, sin dal 1608, la « Compagnia dei Corrieri della Signoria », che aveva in concessione il servizio sulla linea Venezia-Roma e Venezia-Milano, istituì fogli postali bollati che possono definirsi i precursori del francobollo. L'esempio fu seguito, ben duecento anni dopo, dal piccolo Regno di Sardegna e da quello delle due Sicilie, pochi anni prima che l'inglese Row-land Hill inventasse il vero francobollo, del tutto simile a quello in uso ora.


In quell'epoca, in Inghilterra, vigeva il sistema del pagamento della tassa postale da parte del destinatario, e si narra che Rowland Hill, passando in un sobborgo, vedesse una ragazza rinunciare alla missiva inviatale dal fratello protestando la sua impossibilità a pagarne la relativa tassa. Hill si offrì di pagare egli stesso, ma la ragazza lo trasse in disparte e gli confidò che non aveva interesse a ritirare la lettera poiché lei e il fratello corrispondevano mediante segni prestabiliti sulle buste che essi sapevano decifrare con una sola occhiata. L'inglese studiò il problema nei minimi particolari; ebbe così l'idea che, facendo applicare sulle buste, dal mittente, dei rettangolini di carta corrispondenti alla tassa dovuta, si sarebbero eliminati questo ed altri inconvenienti. Approfondito l'argomento, lo espose in un opuscolo stampato a sue spese nel 1837. Naturalmente  non mancarono  contrasti  e  polemiche,  ma la  riforma,  soprattutto  per  la  tenacia  dimostrata dal  suo  ideatore,  due  anni  dopo,  cioè  nel  1839, fu approvata e il 6 maggio dell'anno  successivo furono ufficialmente messi  in vendita i primi francobolli. Nel  giro  di  pochi  anni  l'innovazione  fu  adottata in quasi tutti i paesi del mondo.


viaggiatori polari, in mezzo ai deserti ghiacciati della Lapponia e della Groenlandia, lasciano la corrispondenza sotto un mucchio di pietre sormontate da un segnale. Queste lettere, certamente, verranno lette dopo molti   mesi.

CORRIERI, POSTIGLIONI, POSTINI

Dopo aver parlato degli sviluppi del Servizio Postale dai tempi antichissimi sino all'invenzione del francobollo, è doveroso accennare a coloro che questo Servizio mantennero in efficienza; quanti atti di eroismo, quanti sacrifici di anonimi si potrebbero enumerare: dal povero soldato di Maratona che tanto corse per annunciare agli Ateniesi la loro vittoria da cadere morto alle porte della città, ai postiglioni delle sconfinate praterie del Nuovo Mondo in perenne lotta con ribelli, crudeli tribù indiane e masnadieri di ogni risma.


La « divisa » degli antichi postini cinesi, chiamati « uomini forti », era costituita da una lanterna e da un ombrello adorno di sonagli.

In Cina, racconta Marco Polo nel suo celebre libro « Milione », in grande onore e considerazione erano tenuti i messi ai quali lo stesso Imperatore accordava il privilegio della precedenza. Ma non sempre ai corrieri erano accordati privilegi e onori; da un documento del 1403 apprendiamo, infatti, come in Francia i corrieri non potessero dormire lungo la strada e fossero costretti a percorrere almeno cinque miglia all'ora d'estate e quattro d'inverno; mentre quelli a piedi avevano l'obbligo di percorrere rispettivamente quattro e tre miglia. Per ogni miglio percorso in meno ricevevano un colpo di bastone! Altri postini erano veri e propri uffici ambulanti, costretti a portare sulle spalle cassette per l'impostazione o ceste o grandi borse; qualcuno doveva passare anche i fiumi a guado e a questa occorrenza, oltre la borsa dei plichi portava sulle spalle grosse vesciche piene d'aria per non correre il rischio di affondare...


Oggi, la posta viene distribuita regolarmente, anche nei più remoti paesetti di montagna, da postini che a volte percorrono numerosi chilometri  a piedi, sotto il sole cocente o tra le nevi.


L'aereo è, oggi, indubbiamente il mezzo più veloce con cui la posta viaggia da un continente all'altro. Una lettera, spedita dall'Italia all'America del Nord, impiega per arrivare da 3 a 5 giorni.

Fortunatamente i postini di oggi non sono costretti a superare tante difficoltà benché qualcuno di essi arrivi a percorrere in un giorno 25-30 chilometri. Il progresso del Servizio Postale fu improntato alla velocità: una lettera che cinquant’anni fa impiegava, poniamo, sei giorni per essere recapitata, oggi lo è nel giro di poche ore. Speciali francobolli dimostrano l'urgenza e queste lettere non vengono recapitate dai soliti postini appiedati, ma da fattorini in bicicletta o anche motorizzati. Sin dal 1858 fu inaugurato a Londra il primo impianto per la Posta Pneumatica, basato su un sistema di tubi che collegano gli uffici postali della città. Questo sistema venne adottato negli altri Stati Europei più di mezzo secolo dopo.


   Gli impianti urbani per la posta pneumatica, introdotta in Italia nel 1910, sono costituiti da una rete sotterranea di tubi, nei quali, per mezzo di una corrente ad aria compressa, viene aspirata la corrispondenza chiusa in appositi   astucci di forma cilindrica. Da sinistra a destra: la cassetta delle lettere, introduzione della lettera nel tubo, arrivo della   lettera nell'ufficio timbratura.


Alcuni francobolli, di vari stati, scelti tra i più vivaci e curiosi. 1, Repubblica di San Marino - 2, Cina - 3, Ungheria - 4, Svizzera - 5, Grecia - 6, Madagascar - 7, Nuova Zelanda - 8, Stato d'Israele - 9, Congo Belga.
  

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