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mercoledì 19 dicembre 2018

Thierry la Fronde

Thierry la Fronde

  Thierry la Fronde è una serie televisiva d'avventure francese in 52 episodi di 25 minuti, diffusa dal 3 novembre 1963 al 27 marzo 1966 sul canale RTF Télévision, poi sul primo canale dell'ORTF, ogni venerdì alle sette di sera.


Céline Léger e Jean-Claude Deret nel terzo episodio


la loro figlia Zabou Breitman a 4 anni nel secondo episodio della terza serie

   Fu creata da Jean-Claude Deret, uno scrittore, drammaturgo, attore e scrittore francese scomparso nel 2016 a 95 anni. Nel 1944, Jean-Claude Deret si arruolò volontario per la 2ª Divisione corazzata e prese parte alla campagna in Alsazia come infermiera di ambulanza. Dagli anni '50, Jean-Claude Deret emigrò in Canada e trascorse nove anni a Montreal, condividendo le sue attività tra televisione, teatro e cabaret.
Tornato in Francia nel 1960, Deret concepì e scrisse i 52 episodi di Thierry la Fronde. Il feuilleton, dove  interpreta il ruolo di Messer Florent, verrà diffuso in più di trenta paesi.
   Jean-Claude Deret era il marito dell’attrice Céline Léger (nata a Montreal,  ed interprete di Isabelle in Thierry la Fronde); scomparsa nel 2017 a 79 anni dopo poco più di cinque settimane dall’ex marito[1].
  Jean-Claude Drouot[2] nasce il 17 dicembre 1938 è un attore belga la cui carriera dura da oltre mezzo secolo. All'età di venticinque anni, ha acquisito una vasta fama nel mondo francofono come risultato proprio del ruolo di Thierry la Fronde.

L’arrivo in Italia

La bella Tv di quegli anni

  Tra un Ellis Duckworth (interpretato da Glauco Onorato[3]) ne la Freccia Nera, un Signor Fernandel con Fernando Fernadel, un bravo Maresciallo dei carabinieri con Turi Ferro, un Cavalier Tempesta con Robert Etcheverry, e un commissario Maigret con Gino Cervi tutti in seconda serata sia sul primo canale (il nazionale) che sul secondo, debutta nella Tv dei ragazzi alle 17,45 del pomeriggio del 1 gennaio del 1968 il telefilm francese Thierry la Fronde.
Si tratta della seconda puntata, la prima puntata “fuorilegge” (Hors-la-loi) deve essere stata trasmessa qualche giorno prima del 1967, oppure per il titolo parecchio pesante per una tv nazionale estremamente cattolica è stata “ignorata”, del resto i solerti dirigenti della rai – gli stessi che indubbiamente fecero sparire lo sceneggiato “I Giacobini”[4] perché piaceva  a Togliatti – preferivano puntare sicuramente più sul mediocre “Ragazzi di Padre Tobia”, serie creata dagli stessi autori del Tenente Ezechiele Sheridan.


    Per me non importa! Quando fu trasmessa avevo appena un mese e ha vederla è stato mio fratello che era di otto anni più grande di me, del resto Thierry non dovrebbe essere stato mai più replicato, come del resto lo splendido Vidocq che era stato appena trasmesso in Francia e sarebbe stato doppiato più avanti. 
  Passando un pò di tempo, mi sono ritornate in mente immagini che, da bambino, mi avevano colpito. Sì, vidi la serie di Tierry ha 5 o 6 anni di età. Perciò ebbe una replica e credo che in questa replica furrono trasmesse tutte le puntate.
  Scrivevano nella rubrica “Per voi ragazzi” di RadiocorriereTv «Per la serie Thierry La Fronde, verrà trasmesso il telefilm dal titolo I compagni della foresta. La storia del cavaliere Thierry de Janville, suddito fedele di Re Giovanni I di Francia, il quale è stato fatto prigioniero da Edoardo III d’Inghilterra, detto il Principe Nero, si svolge al tempo della guerra dei Cent’anni (1439-1559). Thierry si batte strenuamente per portare aiuto al suo sovrano e, con la collaborazione di un gruppo di prodi compagni, si dà alla macchia iniziando una guerriglia accompagnata da azioni di disturbo contro gli invasori inglesi. La sua audacia è tale che Thierry arriva al punto d’aggirarsi tra i banchi di una fiera sotto gli occhi degli armigeri nemici che gli stanno dando la caccia e non lo conoscono. Thierry si ferma ad ascoltare un banditore che annuncia la confisca delle terre e dei beni del ”traditore” Thierry de Janville sul cui capo è stata messa una grossa taglia. Chiunque sia in grado di indicare il luogo dove si nasconde il ribaldo signore di Janville è tenuto a darne immediata comunicazione a sir Laurent, inviato del Principe di Galles a Nantes, che lo ricompenserà lautamente. Chiunque osi dare asilo al traditore verrà immediatamente imprigionato. Ma Thierry ha già costituito il gruppo dei “compagni della foresta” ed è ormai per tutti “Thierry La Fronde”, il vendicatore.» 


Thierry imprigionato ha di fronte Florent. Dal primo episodio
   L’anno è il 1359.  Thierry ha un uomo che crede fedele, messer Florent, che gli ha suggerito un piano per combattere gli Inglesi, ma è solo un abile mezzo per rubargli il castello e sbatterlo là, dove Florent era stato rinchiuso dal padre di Thierry, ovvero in galera.
Ma un buon angelo viene in aiuto di Thierry, Jehan, detto Le Larron[Il ladro], il miglior escamoteur[un prestigiatore] di Parigi. Con una fuga rocambolesca, si ritrovano in paese e mentre degli armigeri inglesi stanno per impiccare il buon Bertrand, una sorta di Little-John fedele a Thierry, lo liberano e tutti e tre fuggono nella foresta.
  Nel secondo episodio, i tre, vestiti con delle tonache, girano per il mercato del paese, sotto gli occhi appunto degli armigeri inglesi e fanno la conoscenza di un uomo senza memoria, abilissimo nel lanciare coltelli, che aveva percorso a lungo le contrade in cerca della sua identità. Sarà Martin, lo zio di Isabelle, a dargli per nome quello di Boucicault, un cugino della bella e manesca moglie. Trovano altresì Pierre de Villehervier, un giovane poeta che declama poesie ad Apollo (per fortuna che non è Apollo–Granno perché invece della Sologne sarebbe stato il Piceno) e contro gli usurpatori per cui dovrà essere impiccato e infine un commediante chiamato Giuda, perché con quella faccia (come dice Bertrand), ha il fisico del ruolo.
   Tutti questi tre ulteriori personaggi vengono liberati dalla prigione grazie all’aiuto del priore del paese, una sorta di frate Tuck, un frate che riconobbe subito Thierry sotto il saio. Con questi nuovi compagni Thierry può agire contro gli armigeri. Ora sono nati i compagni della foresta.



Thierry e i sui sette compagni dal quinto episodio che mi ricordano…

Messer Filippone e i suoi compagni nemici di Re di Picche di Luciano Bottaro
Da Tiramolla n.16 del 1990

  I restanti titoli dovrebbero essere quelli dei primi episodi della prima serie. Iniziarono dopo ben 22 settimane dalla trasmissione del secondo episodio, la domenica 2 giugno, sempre alle cinque e mezza del pomeriggio, quando poi la sera trasmisero l’ultima puntata di Maigret e i diamanti, e da lì proseguì per le restanti domeniche fino al 28 luglio.

L’anello del delfino
Il regno dei fanciulli
Un carico d’oro
Sfida al Re di Navarra
Un messaggio indecifrabile
Una storia mai scritta
Il figlio di Re Edoardo
Il complotto
Giorno di pace

  Non tenterò nemmeno di capire a quali episodi si riferiscono questi titoli, anche se per esempio L’anello del delfino dovrebbe essere Le Sabot d’Isabelle e Un carico d’oro dovrebbe essere Le trésor du Prince
In realtà i titoli corrispondono ad altri episodi e chissà se nelle repliche (trasmesse anni dopo) che vidi sui 5 o 6 anni vi erano i titoli sul Radiocorriere Tv o nei quotidiani. Mà!



  
   E' interessante notare che quando Thierry fa l'ultimo scontro con Florent, dopo che il protagonista a disarmato l'avversario gli dona la sua spada e lo affronta con il suo pugnale. Florent - alla stregua di un Cavour o un Andreotti - più abituato ad creare trame che a duellare, muore cadendo dalla finestra; muore? Le erbe cattive non muoiono mai. Ci penserà Boucicault con un tiro preciso nel penultimo episodio a fargli lasciare questa valle di lacrime. 
     Secondo voi, per questa seconda, veloce fase del duello, da dove avrà preso spunto il bravo Jean-Claude Deret? Chissà forse aveva letto un fumetto d'origine italiana, ben famoso nel mondo francofono, uscito in Francia nel '55.


 Kiwi n. 1 - 1955



Aggiornamento dicembre 2019
   Se pensate  che il mio sospetto sia – diciamo così – ingiusto, allora vi parlo del settimo ed ultimo episodio della prima serie “Il tradimento di Giuda”.
In questo episodio un certo Rufin le Gallois – che calza un berretto di pelle simile a Robin Hood – un soldato di ventura [chevalier de fortune]  stava per essere appeso per il collo dal Principe Nero, ma a causa della sua straordinaria rassomiglianza con Thierry, lo aveva graziato ed ora Rufin si serve delle sue fattezze  per arricchirsi, depredando i villaggi della Sologne e gettando l’astio dei paesani contro Thierry e i suoi compagni.
Sarà Giuda che chiarirà la vicenda facendo scontrare Thierry con Rufin, davanti a Isabelle e a molti villeggianti.

 
   Vabbè, di storie di personaggi che devono lottare con il loro doppio, con i loro sosia nel mondo dell’avventura, televisiva o fumettistica, c’è ne sono tanti; personalmente ricordo Kit Teller, il piccolo ranger, che in una storia di Pezzin e Gamba deve affrontare il suo sosia le cui fattezze sono state alterate chirurgicamente.
Ma perché qui mi ha ricordato ancora Blek? Nel numero 8 dell’edizione Dardo degli anni ’90, Blek deve affrontare un suo sosia scozzese con una ferita alla fronte causata da suo figlio Roddy [Si è saputo solo recentemente che Roddy Lassiter è in realtà suo figlio: vedi le origini di Roddy di Jean-Yves Mitton]. E Thierry come lo affronta Rufin? Ma dopo una ferita alla fronte causata da Bertand!
Scusate se è poco, ma il sospetto resta.



 

   La rubrica Per Voi Ragazzi del RadioCorriere Tv n. 31 scriveva «Avrete certamente notato che tra i compagni della foresta appare, di tanto in tanto, una fanciulla bionda, graziosa, piena di coraggio. Ne ricordate il nome? Isabelle. Bene, poiché oggi va in onda l’ultimo episodio di Thierry La Fronde, possiamo anche dirvi che Isabelle lascerà la foresta di Sologne per divenire castellana di Janville e, naturalmente, sposa di Thierry. A questo punto vi chiederete: e le avventure del forte e audace giovanotto sono definitivamente concluse? Non temete. I personaggi come Thierry o Ivanhoe, D’Artagnan o Robin Hood durano quanto dura l’ammirazione e l’entusiasmo dei loro piccoli amici, cioè sempre. I nostri eroi si allontanano galoppando su una lunga strada, piena di sole; ma, una volta o l’altra, li vedremo tornare per compiere nuove imprese, nuovi atti di coraggio e di giustizia».




Jean-Claude Drouot nel 2015 tiene in mano la “sua” spada


I soldatini di Thierry della Mac Caiffa per il café Mokarex. Una cortesia di Bernard Pericon
  Un così bel personaggio non poteva non entrare nel mondo del fumetto popolare. Nel 1964 (e sicuramente anche prima) esce il n. 1 di Thierry la Fronde della O.D.E.G.E. presse di Parigi con splendidi disegni, sicuramente spagnoli. Le immagini le potete trovare in: http://cdbd-disparues.over-blog.com/article-thierry-la-fronde-n-1-mai-1964-1-2-59893867.html





Il frontespizio del n. 30
   Un sospetto mi viene in mente, proprio in quelli anni Zagor, creato nel ’61, cambiò pettinatura con una frangia in mezzo alla fronte e contemporaneamente sia da Franco Donatelli,  e sia che da Ferri. Da chi avranno preso spunto? Forse da Thierry?




Lo sguardo intenso dello Zagor di Franco Donatelli. Nemmeno il suo creatore
Ferri è mai riuscito a dargli una così viva impressione di semidio.
  Che dire altro? Per fortuna che esistono i sottotitoli, sennò non avrei potuto apprezzare questa bella serie, infatti il da me sempre citato Vidocq l'ho potuto rivedere perché comprai il libro in francese sullo sceneggiato; (grazie Blek Le Roc, mi hai imparato a capire un po’ di francese).
  Volessimo imporre alla signora Rai di creare un canale che ci ritrasmetta questi gioiellini con sottotitoli in italiano ? Inutile ! Se non l’hanno fatto sinora, non lo farà più. 
Tanto è roba vecchia, di un secolo fa. Perché spenderci dei soldi?










[3] Futuro interprete di Gioacchino Murat ne I Camaleonti, dove veniva sottolineato che il futuro Re di Napoli salvò ripetutamente Napoleone (Giancarlo Sbragia), prima di divenirne cognato.


[4] Sceneggiato del 11 marzo del ’62, in sei puntate tratto dall’omonimo dramma storico di Federico Zardi. Scrive Aldo Grasso sull’enciclopedia della Televisione 2003: “Come ricorda De Fornari «I Giacobini e I Grandi Camaleonti [del 1964 e suo ideale seguito] fanno epoca… soprattutto per motivi di contenuto, perché non demonizzano la rivoluzione»”.

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venerdì 31 agosto 2018

Blek Macigno e Cucciolo e Beppe – download free



Blek Macigno e Cucciolo e Beppe – download free



   Se cercate le avventure scritte e disegnate dalla esseGesse, da Cedroni, da Mitton e da Kerac, questo non è il luogo adatto.
   Qui potrete trovare tutto il mio lavoro di anni su Blek Macigno, o il Grande Blek, al secolo Yannick Le Roc! 
    Al contrario in Cucciolo & Beppe potrete trovare anche le prime storie dei suoi papà: Federico Pedrocchi e Rino Anzi. Le mie storie sono una aggiunta che ne sviluppa gli intrecci e ne porta a conclusione tutta la loro prima, meravigliosa saga.
    I pdf sono fatti in maniera artigianale, alla buona, in casa; ovvio, presso Stampalibri di Macerata si possono avere stampati in bella forma, ma in questi nuovi pdf, ci sono piccole aggiunte, correzioni, cambiamenti.
   Potrete portarli in qualsiasi copisteria e farveli stampare, le copertine sono integrate nei pdf.

31-VIII-2018
Marco Pugacioff
P.S. = sperando che le connessioni funzionino…

La mia gattina disegnata da Martha Barnes

Blek pdf



1 - Spedizione di soccorso


2 - L'avamposto assediato



3 - L'amour et la mort



4 - Ritorno in Patria



5 - La vergine di Norimberga





6 - Fantasmi






Cucciolo & Beppe


1 - Le imprese perdute di Cucciolo e Beppe



2 - Le altre imprese di Cucciolo



3 - Cucciolo e Beppe – Sogni





4 - Cucciolo alla guerra dei pinguini



5 - Cucciolo di Roberto Peroni 1943





Strenna – Tiraholmes (Tiramolla interpreta Sherlock Holmes e
Pugacioff il dottor Watson)


La pasta ! L'unica, vera 
Soddisfazione... fate come Baculo il centurione


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domenica 22 luglio 2018

Rupert l’orsetto





Rupert l’orsetto [Rupert the bear]


Una suggestiva immagine di Rupert con delle fatine e Babbo Natale

Rupert è nato nel 1920, ed è prossimo (quando scriviamo siamo nel 2018) ai cent’anni.
 Nella Gran Bretagna, in particolare in Inghilterra, la patria di Robin Hood, vi erano e vi sono molti quotidiani. Il Daily Mail creò il 9 aprile del 1915, grazie all’arte di Charles Folkard (1878 – 1963) un topolino con la coda annodata, che si chiamò Teddy Tail.


Le avventure di questo topolino continuarono – con alcune interruzioni – fino al 1974. Il personaggino passò poi ad altri autori come Herbert Sydney Foxwell, Arthur Potts e infine Bill Glen.
   In un quotidiano concorrente, il Daily Express si pensò di creare un altro personaggino e l’incarico fu assegnato a Herbert Bird Tourtel, che lo passò alla sua compagna Mary Caldwell. 

 
   Mary nacque al numero 52 di Palace Street a Canterbury, il 28 di luglio 1874. il suo babbo era Samuel Caldwell, scalpellino e decoratore di vetrate e la sua mamma si chiamava Sarah. Aveva due fratelli, uno restauratore di vetri colorati e l’atro, Edmund, era un bravo illustratore di animali; una famiglia di artisti, dunque. Mary studiò alla scuola d’arte Sidney Cooper di Cantebury (Canterbury Art School) e illustrò svariati libri per bambini. I due si sposarono negli ultimi anni del secolo e nella loro vita viaggiarono insieme preferendo paesi come l’Italia, l’Egitto e perfino l’India, ma purtroppo non ebbero mai figli.


La statua di Mary Tourdel al lavoro (secondo il cartellino) sulla sua ultima storia di Rupert, Rupert at school del marzo 1924. Immagine tratta

    Fu l’8 di novembre del 1920, che nacque il loro “figliolo di carta” Rupert, il cui primo episodio sembra esser stato scritto da Herbet; qui Rupert deve andar a far compere per la mamma. 


Lei voleva del miele, della frutta e delle uova, ma soprattutto gli intimò di non allontanarsi dalla strada perché «brutte cose possono accadere agli orsetti che smarriscono la strada». E Rupert come Pinocchio quando va a scuola… perde la strada. Vede infatti un uccello che crede venire dal Paese delle fate e lo segue.


   Incontra dei nuovi amici, due coniglietti Golly e Jacko, finisce incastrato nell’entrata della loro casa…



  
… finisce in un castello governato da un orco, insomma di tutto di più. Come in tutte le sue successive avventure comunque Rupert torna a casa nel villaggio di Nutwood (letteralmente legno di noce), e I suoi genitori ascoltano i racconti delle sue avventore con molta benevolenza.
   Rupert (All’inizio l’orsetto perduto) ebbe subito un gran successo. Dall’essere tutto dipinto di marroncino fin da quasi subito fu stampato tutto di bianco e rimase con il pelo marroncino solo nelle copertine. Ma per l’indebolimento della vista, Mary dovette abbandonare il suo “bambino” nel ‘35. La povera artista perse suo marito il 6 giugno del ’31 e lei visse nella sua casa al numero 63 di Ivy Lane fino al 15 marzo del 1948. è sepolta insieme al marito nel cimitero della chiesa di St. Martin, una chiese più rappresentative della vecchia Inghilterra.


   Nel 1935, Rupert fu proseguito da Alfred Bestall, che aveva già lavorato su riviste come Punch ( Punch è la versione maligna del nostro Pulcinella). Nato a Mandalay nel 1892, proseguì Rupert fino al ’65, quando lo passò ad altri artisti. Scomparve nel 1986 nel Galles.

 
   Rupert vive le sue avventure con altri amici sopratutto Billy (un tasso), Dinkie, un gattino nero, e tanti altri; ma vi sono nelle sue avventure anche personaggi umani. 

Grazie alla serie animata (1991 - 1997) trasmessa in Italia negli anni ’90 – di cui ho i primi due episodi – ho potuto conoscere la graziosa Giulietta (Tiger Lily), figlia del “Congiuratore” che sembra tutto Fu-Manchu.

 
Inoltre vi è anche un eccentrico professore che vive in un bel castello.


    Ogni anno dal 1936, sono stati editati dei libri, i Rupert Bear Annuals, che escono a cadenza annuale. Pensate, vennero editati anche durante la seconda guerra mondiale, nonostante la grave carenza di carta.

 Come Felix il gatto nel paese dei sogni di Pat Sullivan nipote, anche Rupert deve scappare dai soldatini di piombo. Da un libro annuale.

Rupert e Billy e il dio Pan


  Rupert ci saluta chiedendosi quando mai uscirà nel nostro paese… bè, come il gatto Tomassino di Toonder, direi proprio mai.


Fonti:



Marco Pugacioff

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