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domenica 29 aprile 2018

Edmond-François CALVO


Edmond-François CALVO


   Edmond-François CALVO è nato a Elbeuf (Senna marittima, presso Rouen) il 27 agosto 1892. Porta il nome di una famiglia arrivata dalla Spagna nel XVIII secolo. Alto ben 1metro e 91 centimetri, fu un grande atleta, tanto da vincere nel 1909 la traversata del fiume Elbeuf a nuoto. Mostra presto le sue attitudini al disegno, cosicché suo padre gli darà anche delle lezioni. Dopo gli studi alla liceo Corneille di Rouen, fu mobilitato dal 1914 al 1918. Dal 1919 al 1922 fece il pendolare tra Elbeuf e Parigi, quindi gestì una galocherie (fabbrica di galosce) a Pont-Saint-Pierre.


   Dopo un secondo matrimonio nel 1924, con Germaine Nicolas, lavorò presso la fabbrica di cordami del suo nuovo suocero, gli Etablissements Nicolas. Poi, per una dozzina di anni, i coniugi Calvo hanno gestito l’Hôtel-restaurant de l’Union, attualmente La Bonne Marmite. Coloro che lo conobbero lo descrissero come un alto vichingo biondo dagli occhi azzurri, tagliato come un armadio normanno, gioviale, dotato di una grande sensibilità e di una compassione a tutta prova.
   Oggi la sala culturale di Pont-Saint-Pierre porta il suo nome e si vede ancora in questa località, nel piccolo giardino pubblico una statua di leone firmata E. Calvo.


Nel 1936/37, un caposquadra di una ditta di muratura, che lavorava a Romilly-sur-Andelle presso il mulino dei Delafosse, prese alloggio all'Hotel de l'Union di Calvo, e gli mostrò la scultura di un leone in argilla, della dimensione di un cane.
  - Peccato che non sia più grande, disse il caposquadra potremmo farlo in cemento ed esporlo da qualche parte.

  Nacque allora l'idea del leone. Pochi mesi dopo, Calvo finì di modellarlo a grandezza naturale. Quindi questo leone fu modellato, con circa venti sacchi di gesso e cemento versato poi nella forma vuota. È anche lo scultore di una porta di bronzo per la tomba di una famiglia locale, nel piccolo cimitero situato sulle alture. 




Le foto state realizzate nel 2004 dal Texiano di ferro ©Jean-Yves Guerre
 
   Durante questi anni iniziò a pubblicare alcuni disegni politici e caricature per Le Canard Enchaîné [l'Anatra incatenata]. Illustra anche in modo piuttosto episodico, per gli Ephémères de la Table [gli effimeri piaceri della tavola] dove gli viene proposto di lavorare rapidamente per le Les Joies Durables de la Lecture [Le gioie durature della Lettura] dove si rivolge al mondo dell’infanzia, a cui si dedicherà quasi totalmente in avanti.
  Nel 1938, va in bancarotta e decide di dedicarsi esclusivamente alla sua passione: sarà un illustratore per bambini! Perciò si stabilì con sua moglie e due figlie a Parigi. Iniziò con La Vengeance du Corsaire [La vendetta del corsaro] pubblicato su L'As nel 1938 e soprattutto con Le Chevalier Chantecler, dove possiamo già trovare tutti gli ingredienti del suo stile (apparso in Junior e ristampato con il titolo Le Chevalier de Feu nelle edizioni  FUTUROPOLIS nel 1976). Questa " première " è un successo (nonostante un testo francamente debole) e pubblica per Junior e sempre in uno stile realistico gli  Aventuriers des mers[Gli avventurieri dei mari], Hurleloup, L’Épervier des Mers[Gli sparvieri dei mari].


  Lo vediamo poi collaborare a un numero impressionante di riviste: Hardi les Gars, coq hardi, Ames vaillantes, Coeurs Vaillants, King Kong, Bravo, Fillette, Zorro, Baby-Journal, La Semaine de Suzette, Pierrot, Fripounet et Marisette, Nono Nanette, Grandir, Femmes d’Aujourd’hui.



A poco a poco si specializza in fumetti di animali e crea una miriade di piccoli personaggi tutti più accattivanti l'uno dell'altro; tra essi Cricri et Matou, Coquin le cocker, Patamousse le lapin, Moustache et Trottinette...






  Allo stesso tempo, illustra favole e grandi classici della letteratura per l'infanzia (Le Petit Poucet, Cendrillon[Cenerentola], Robin des bois...) e pubblica, senza passare da delle riviste a fumetti, direttamente in volume con le edizioni GP, quelli che sono considerati come i suoi capolavori: Rosalie e La bête est morte.





   La bête est morte venne pubblicato – quando la guerra non era ancora finita – in due volumi (Quand la bête est déchaînée [Quando la bestia si scatena] e Quand la bête est terrassée [Quando la bestia viene distrutta]) nel 1944 dalle edizioni Générale Publicité, su testi di Victor Dancette. È una satira particolare che trasporta la seconda guerra mondiale nel mondo degli animali.


I tedeschi sono rappresentati da lupi (tranne Goering e Goebbels, rispettivamente un maiale e una puzzola), i russi come orsi bianchi, gli americani come bisonti, gli inglesi come bulldog, i belgi come leoni. I francesi sono dei simpatici conigli e scoiattoli, ad eccezione dei membri della Resistenza che appaiono come cicogne (de Gaulle è la grande cicogna nazionale).



La Germania si chiama Barbarie. La copertina del primo volume mostra il capo dei lupi (Hitler) nell'orgoglio della vittoria, il braccio destro alzato e lo sguardo cattivo; il secondo volume lo rappresenta con un occhio forato nascosto da un brutto pezzo di cuoio, una ferita sulla gamba sinistra, la tunica strappata. Il suo stivale destro lascia intravedere le dita dei piedi, le braccia alzate in segno di resa. La fine è vicina!
Il primo numero, scritto durante l'occupazione, fu un successo immediato, l'impatto fu enorme, tanto che nei mesi successivi apparvero le versioni in inglese e in olandese, e più tardi perfino in tedesco. Ovviamente non vi fu nessuna edizione italiana...


Fu anche il primo fumetto a parlare di deportazione, in particolare degli ebrei. Ma Walt Disney, insoddisfatto della somiglianza tra il lupo di Calvo e il grande lupo cattivo Ezechiele, lo minacciò di plagio. tanto che Calvo dovette ritoccare i disegni per le edizioni successive del suo capolavoro. Infatti i due volumi, rilegati in uno, furono ristampati nel 1977 da Futuropolis e nel 1995 da Gallimard.


Anche Calvo come Luciano Bottaro amava inserire i suoi “luoghi del cuore” che per lui era Rapallo, per Calvo è Pont-Saint-Pierre ricordata nella piccola stazione.


La Disney quindi gli propose di andar a lavorare in California, ma il bravo Calvo rifiutò.

 
   Nell'opera L’armée française au combat : les premiers essais de la bombe atomique [L’esercito francese in combattimento: i primi test della bomba atomica], del 1945, Calvo riesce a rendere ridicolo, appunto perché grottesco, un soggetto orribile come un corpo tagliato in due, dove si vedono anche  i visceri che si spargono a terra.




   Calvo può già essere visto come un solitario maniaco del lavoro, tanto che in maniera delirante; trascorreva più di dodici ore della giornata, attaccato al tavolo da disegno.
  Ha pubblicato una marea di cose, ma alcune delle sue opere, per la maggior parte ingiustamente, sono cadute nell'oblio.


   Dal ‘55 e fino alla fine della sua vita si dedicherà solo a Moustache et Trottinette disegnandone centinaia di pagine, che rimane la sua opera più conosciuta dal grande pubblico. Ma soprattutto ritorna al bianco e nero che consente di apprezzare appieno il suo talento grafico. In questa serie il mondo reale è vicino al mondo animale, non solo gli umani sono caricature (o sono semplicemente innocui) mentre gli animali sono in grado di avere una miriade di espressioni diverse; e in più rende gli animali più “umani” degli umani. In Moustache et Trottinette (come quasi in tutte le sue creazioni) si alterno fantasia e dramma e tutto questo ci fa capire come Calvo rappresentava il mondo.


Il redattore delle avventure di Moustache e Trottinette scrisse una volta: «i bambini attenti possono perdersi in queste pagine».

   Calvo morì 11 ottobre del '58 in una quasi totale indifferenza. Uderzo, che da giovanotto trascorse lunghe ore a guardare Calvo disegnare, gli renderà omaggio sulla rivista Pilote.
  Calvo fu ispiratore di molti disegnatori, tra cui il papà dei miei cari Cucciolo & Beppe, Rino Anzi.  

Fonti:

- Site littérature jeunesse de lille 3] Edmond-François Calvo, un créateur.htm#forum466


Marco Pugacioff

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